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26 agosto 2021
Impianto di rivelazione incendio: definizione e composizione
In questo articolo desideriamo parlarvi dell'impianto di rivelazione incendio e di quanto sia opportuno installarlo in un edificio o altra infrastruttura.
Impianti antincendio
Non sarà certamente sfuggito agli occhi più attenti che abbiamo scritto impianto di rivelazione incendio e non impianto di rilevazione incendio. In effetti, c’è molta confusione in materia, specie navigando nel mare magnum di Internet! I due termini vengono, infatti, adoperati come sinonimi, pur non essendolo affatto. Per sciogliere ogni dubbio e adottare la dicitura corretta, ci siamo ovviamente avvalsi della normativa che regola tutti i sistemi antincendio, ovverosia la UNI 9795:2013, che prescrive i criteri per “ la progettazione, l’installazione e l’esercizio dei sistemi fissi automatici di rivelazione e di segnalazione allarme d’incendio”. Essa si applica ai “sistemi fissi automatici di rivelazione, di segnalazione manuale e di allarme d’incendio, collegati o meno ad impianti di estinzione o ad altro sistema di protezione (sia di tipo attivo che di tipo passivo), destinati a essere installati in edifici, indipendentemente dalla destinazione d’uso”.
Cos’è un impianto di rivelazione incendio
Per impianto di rivelazione incendio si intende, secondo la definizione fornita da wikipedia, quella serie di componenti degli impianti di allarme antincendio in grado di rilevare e segnalare la presenza di un incendio all’interno di un edificio o altra infrastruttura. Il campo in cui trova applicazione tale sistema è molto vasto: basti pensare ai centri commerciali, agli ospedali e alle strutture sanitarie in genere, agli alberghi. Molto spesso la presenza di tale impianto, unitamente ad altre precauzioni come, per esempio, l’utilizzo di materiali ignifughi, costituisce la condicio sine qua non per ottenere l’abitabilità delle strutture menzionate. Non solo, ma addirittura alcune compagnie assicurative offrono condizioni più vantaggiose in caso di presenza di tale impianto.
I dispositivi di rivelazione fumi e incendi
I dispositivi di rivelazione fumi e incendi costituiscono gli elementi dell’impianto antincendio attraverso cui è possibile accertare la presenza di un principio di incendio, e, in genere, sono dei dispositivi elettronici che comunicano con la centralina di allarme antincendio.
Devono essere collocati sul soffitto, per la semplice ragione che sia il fumo, sia il calore prodotti da un incendio si muovono verso l’alto.
Possiamo distinguere tre categorie:
- rivelatori di fumo
- rivelatori di calore
- rivelatori di fiamma
In tutti e tre i casi i rivelatori dispongono di circuiti elettronici in grado di limitare il più possibile i falsi allarmi.
Nelle abitazioni private risulta molto utile l’installazione di un rivelatore per le fughe di gas, per prevenire la principale ragione di incendio domestico.
Come funzionano gli impianti di rivelazione incendio?
Come abbiamo prima descritto, questi dispositivi sono indispensabili al fine di rilevare la presenza di un incendio appena scoppiato all’interno di un edificio. Una delle caratteristiche principali degli impianti di rivelazione incendio è quella di essere complessivamente automatici, con la possibilità di comunicare attraverso diverse modalità con la centralina di allarme installata all’interno degli immobili. Il posizionamento corretto di questi dispositivi è la parte più alta dei soffitti, poiché il fumo ed il calore prodotti si spostano verso l’alto. Sarà quindi più immediata la loro rivelazione, permettendo un intervento repentino che limiti i danni quanto più possibile.
Tipologie di impianti di rivelazione incendio
All’interno dei diversi dispositivi appena analizzati, i rivelatori di fumo puntiformi sono quelli che generalmente vengono più spesso impiegati e consigliati in ambienti che presentano un rischio medio-alto di sviluppare fuochi. Questo poiché il fumo è senza dubbio uno dei fenomeni che in primis viene generato durante l’inizio e il propagarsi di un incendio. A seconda delle tecnologie avremo differenti tipologie di impianti di rilevazione incendio come:
● rivelatori lineari di fumo
● rivelatore ottico di fumo
● rivelatore di fumo a ionizzazione
Ognuno di questi dispositivi è quindi progettato per garantire la sicurezza degli edifici e dei lavoratori operanti al loro interno, così da si possa svolgere ogni mansione senza preoccuparsi di possibili emergenze di questo tipo.
Confronto tra le tre tipologie di impianti di rivelazione incendio
Scendiamo più nello specifico delle varie tipologie di impianti di rivelazione per comprendere il meccanismo con la quale vengono attivati. I rivelatori di fumo sono basati su una tecnologia ad infrarossi nella quale i raggi vengono trasmessi da un emettitore a un ricevitore collocati in punti diversi dell’ambiente interessato. Se questo segnale non raggiunge il ricevitore a causa della presenza di fumo nell’aria, l’impianto viene attivato e lancia il segnale di allarme incendio. Questa tipologia i impianti viene utilizzata soprattutto in ambienti molto ampi per la sua efficacia.
Diverso è invece il meccanismo alla base dei rivelatori ottici di fumo che sono basati su un fenomeno fisico chiamato Tyndall. In questi, all’interno dell’apparecchio sono presenti un trasmettitore e un ricevitore separati da un labirinto opaco che non permette il passaggio della luce emessa dal trasmettitore. In caso di fumo, il riflesso che viene a crearsi permette invece questo passaggio che andrà così ad attivare l’impianto.
Nei rivelatori di fumo a ionizzazioni infine, il fenomeno che viene sfruttato per attivare l’impianto è quello della ionizzazione, ovvero la creazione di ioni che avviene tramite l’addizione o sottrazione di uno o più elettroni ad una entità molecolare neutra. Questi vengono a formarsi durante la combustione ed è per tale motivo che questo rivelatore di incendi può rilevare tutti i tipi di fumi che vengono prodotti durante tale fenomeno.
La manutenzione degli impianti di rivelazione antincendio
Come qualsiasi impianto o attrezzatura antincendio, anche il sistema di rivelazione deve subire una costante e profonda manutenzione, al fine di garantire sempre la massima efficacia ed evitare spiacevoli “falsi allarmi”.
Le leggi e le norme di riferimento: - UNI 11224
- UNI 9795
- Legge 37/08
- D.Lgs 81/08
- D.M. 10/03/98 art. 4
Ogni sei mesi, lo staff di Proteggi Antincendio effettua una verifica della documentazione, delle linee elettriche, di ogni componente dell'impianto, della stabilità degli ancoraggi, così come anche della carica delle batterie dell'impianto, della risposta dei pulsanti, della pulizia dei rilevatori e della udibilità dei segnalatori. Al termine delle operazioni viene consegnata una certificazione da conservare nel registro della sicurezza.
I nostri tecnici sono formati e specializzati, certificati UNI EN ISO 9001 per effettuare tutte le procedure. Fidatevi esclusivamente di personale qualificato, contattateci per preventivi su misura e per avere un appuntamento.