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26 luglio 2022

Una panoramica generale sugli estintori moderni

Gli estintori, dal 1723 ad oggi. Ecco tutte le classificazioni che possiamo fare

Estintori
Possiamo definire gli estintori come dispositivi mobili per il pronto intervento su principi d'incendio, sono strumenti con i quali possiamo spegnere, o almeno limitare, le conseguenze di un principio d'incendio e sono fondamentali per la salvaguardia delle strutture stesse e della vita delle persone. La legge li rende obbligatori in tutti i luoghi pubblici, commerciali e di lavoro ma installarli anche tra le mura di casa, sulla propria automobile, in camper ed in barca è sicuramente una scelta ottima.

La storia degli estintori

Il brevetto del primo estintore portatile è di Ambrose Godfrey nel 1723 ed era costituito da una sorta di botte riempita con liquido estinguente e un contenitore in peltro riempito di polvere pirica; un sistema di accensione provocava l'esplosione della polvere e, di conseguenza, lo spargimento della soluzione.
Il primo estintore che potremmo definire “moderno”, il prototipo di quelli che ancora oggi usiamo, fu inventato da George William Manby nel 1818 ed era composto da un serbatoio in rame pieno di soluzione acquosa di carbonato di potassio e pressurizzato ad aria compressa.
Nel 1904 nacque il primo estintore a schiuma chimica, mentre per quello ad anidride carbonica occorre aspettare fino al 1924, per il primo a polvere addirittura il 1928.
Ovviamente, nel corso degli anni, gli studi sull'estinzione degli incendi, sulle sostanze estinguenti e sui componenti strutturali degli estintori hanno fatto passi da gigante, arrivando fino ai dispositivi in uso oggi.

La classificazione degli estintori per trasportabilità

La prima classificazione che possiamo fare è sicuramente quella per trasportabilità, ecco le due tipologie:
  • ESTINTORE PORTATILE: dispositivo progettato per essere utilizzato da tutti, anche dai non addetti ai lavori, pronto all'uso, dal peso (massa) minore o uguale a 20 kg. Questo strumento può essere azionato da un solo operatore ed è facilmente trasportabile fino alla fonte delle fiamme.
Un estintore portatile utilizzabile da un solo operatore
Estintore portatile a schiuma STAR6 in pressione solo al momento dell'uso
  • ESTINTORE CARRELLATO: dispositivo pronto all'uso dal peso (massa) maggiore di 20 kg e minore di 150 kg, è così chiamato per la dotazione del carrello con ruote sul quale è posto per facilitarne il trasporto. In questo caso, proprio per le più grandi dimensioni e il peso, sono meno pratici e devono necessariamente essere azionati da due operatori (uno che si occupa del trasporto e uno che si occupa del lancio dell'agente estinguente). E' ovvio che dispongono di una maggiore capacità estinguente rispetto a quelli portatili.
Un estintore carrellato dotato di ruote per un facile trasporto
Estintore carrellato a polvere da 50kg, dotato di carrello con ruote

Esistono anche estintori che vanno oltre ai 150 kg di massa, generalmente omologati per la strada, ma in questi casi saranno dotati di traino motorizzato o piccoli rimorchi.

La classificazione degli metodo d'impiego

Gli estintori possono essere divisi in tre categorie:
  • MANUALI richiedono l'azionamento da parte di un operatore fisico
  • AUTOMATICI si azionano in modo autonomo al verificarsi di particolari condizioni come l'aumento di temperatura oppure la presenza di fumo
  • REMOTI sono comandati a distanza attraverso diversi sistemi poiché posti in zone di difficile accesso o raggiungimento.

La classificazione per agente estinguente

  • ESTINTORE AD ACQUA
Oggi questo tipo di estintori, che furono di fatto i primi mezzi adoperati per lo spegnimento degli incendi, sono quasi totalmente abbandonati a vantaggio di alti agenti estinguenti. In ogni caso, sopratutto negli ultimi anni, gli esperti hanno avviato numerose ricerche e studi per trovare nuove soluzioni estinguenti a base d'acqua (non tossica, poco costosa e soprattutto facilmente reperibile), spinti da tutte le problematiche ecologiche che sono state sollevate.
Questi dispositivi a pressurizzazione permanente hanno un serbatoio costituito almeno dal 90% d'acqua, il resto sono filmanti o additivi. Il sistema di erogazione è in questo caso fondamentale per creare la nebulizzazione dell'acqua e quindi un maggior assorbimento di calore.
  • ESTINTORE A SCHIUMA
Esistono due tipi di estintori a schiuma:
*     meccanica: il liquido schiumogeno miscelato in acqua viene spinto fuori da un propellente gassoso (bombolina di pressurizzazione o pressurizzazione permanente), si trasforma immediatamente in schiuma grazie all'aspirazione dell'aria presa dai fori sulla lancia di erogazione (effetto Venturi)
*     chimica: la reazione chimica tra il solfato di alluminio e il bicarbonato di sodio provoca lo sviluppo di anidride carbonica che provoca la fuoriuscita dell'agente estinguente.
  • ESTINTORE AD ANIDRIDE CARBONICA
Questo tipo di estintori è strutturalmente diverso da tutti gli altri, ha una bombola in acciaio ottenuto da un unico pezzo di metallo con spessore misurato in modo tale da resistere alle pressioni interne. Infatti contengono CO2 (anidride carbonica) allo stato liquido o compresso. Come raggiunge l'esterno? Quando l'operatore aziona l'estintore ad anidride carbonica, la pressione interna spinge la CO2 verso il cono diffusore e, attraverso il frangigetto si espande immediatamente ad una temperatura di -79°C, la cosiddetta neve carbonica.
  • ESTINTORE A POLVERE
Gli estintori a polvere più diffusi sono quelli di tipologia ABC, contenenti polvere chimica estinguente composta da solfato e fosfato di ammonio, solfato di bario e altri additivi che ne migliorano l'idrorepellenza e la fluidità. La polvere esce dal serbatoio grazie ad un gas propellente che, in base al modello, può trovarsi a diretto contatto con la polvere (dispositivo a pressione permanente) oppure collocato internamente o esternamente in una bombolina.

La classificazione per classi di fuoco

  • CLASSE A fuoco generato da combustibili solidi come carta, legno, pelli, gomma etc.
  • CLASSE B fuoco generato da combustibili liquidi come alcol, solventi, oli minerali, grassi, etc.
  • CLASSE C fuoco generato da combustibili gassosi come idrogeno, metano, butano, etc.
  • CLASSE D fuoco generato da metalli combustibili come potassio, sodio, magnesio, etc.
  • CLASSE F fuoco generato da oli e grassi in apparecchi per la cottura
  • CLASSE E utilizzabilità dell'estintore su apparecchiature elettriche in tensione ad esempio trasformatori, alternatori o quadri elettrici.

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La manutenzione degli estintori

Come ogni dispositivo antincendio, anche gli estintori devono essere sottoposti a manutenzione periodica. Solo in questo modo è possibile garantire la protezione e la sicurezza sul luogo di lavoro. Le fasi manutenzione degli estintori sono in tutto cinque:
1.    controllo iniziale: viene fatto dall’azienda esterna incaricata e durante questa prima fase ci si accerta che gli estintori siano collocati adeguatamente, siano visibile e ben segnalati. Viene messo il cartellino di manutenzione e vengono inseriti tutti i dati necessari, come numero dell’estintore, azienda incaricata al controllo, ultima visita manutentiva;
2.    controllo periodico: avviene una volta ogni sei mesi. L’azienda esterna verifica l’efficienza e la funzionalità degli estintori, il carico e la pressione dell’agente estinguente;
3.    revisione programmata: varia a seconda della tipologia di agente estinguente. Per gli estintori a schiuma viene fatta una volta ogni 8 mesi, per quelli a polvere una ogni 36 mesi e per quelli a CO2 una volta ogni 60 mesi. È sempre a carico dell’azienda esterna incaricata della manutenzione e consiste in una serie di controlli tecnici sui dispositivi;
4.    collaudo: è la fase manutentiva che avviene con più larga frequenza. Sugli estintori a CO2 viene fatto una volta ogni 10 anni e sulle altre due tipologie una volta ogni 12 anni.
5.   sorveglianza: infine abbiamo la sorveglianza fatta dall' addetto antincendio interno all’azienda che deve controllare periodicamente che gli estintori siano visibili e non ostacolati da oggetti ed eventualmente segnalare anomalie ai tecnici specializzati.
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Articolo scritto da: PROTEGGI
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